Ferro, acciaio inox & Rock'n'Roll (ma anche Progressive).
Beh si in genere è un genere che non seguo assiduamente come R&B Soul e Jazz però di fronte a tutta sta robba non si resta indifferenti.
Li avevo già presentati ma per la ggiùoia di un gruppetto di attempati emi/romagnoli, nonché musichieri collezionisti (nonché scassamaroni :) ripropongo una delle più interessanti e massicce (ri)pubblicazioni metallurgiche della storia (sicuramente degli ultimi 3 anni).
Approposito di emi/romagnoli, chissà se anche il mio ggiùovane digital-friend #RudyBandiera da Fràara apprezzerà 'ste mummie, gli avevo promesso una bella scorta di ferro e anche se il Rock è morto (confermo) questo è di quello buono che non fa ruggine, mai....
Alòra burdèll, pestate le copertine.. arrivate al vostro "amatissimo" Amazon e..ROCK ON!
Il 2 febbraio 1927 nasceva a Philadelphia Stanley Gayetsky (Stan Getz).
Sax tenore di fama e successo nel famoso periodo del "cool jazz"
comincia a suonare a sedici anni
con Jack Teagarden dei "Louis Armstrong All Stars"
fino a Stan Kenton, Jimmy Dorsey e Benny Goodman.
La sua stagione d'oro (la prima) è quella dal 1950 al 60
anche se oscurata da Sonny Rollins, John Coltrane e Gerry Mulligan
tanto che nel 58 sentendosi troppo intralciato dall'ambiente musicale americano
decide di pretendere aria nuova e fresca, tanto fresca
che approda fino in Danimarca.
Qui riesce a trovare un po' della tranquillità che cerca
oltre che sfuggire alla legge che lo persegue.
Stan era veramente pieno di casini, tra alcol, droga, violenze familiari
mogli, figli, scatti d'ira, prigione, non ebbe mai una vita facile
come anche le sue origini, fatte di stenti sacrifici e traversate oceaniche.
I nonni Harris e Beckie Gayetsky provenivano da Kiev
emigrarono a Londra e poi nel 1913 negli Stati Uniti
con gli enormi disagi e difficoltà che oggi possiamo solo immaginare.
Quei tre anni di assoluta tranquillità di Copenaghen li paga duramente.
Quando torna in USA non se lo fila più nessuno
viene snobbato e allontanato come un appestato
non riesce più a trovare un ingaggio degno
non solo per incidere dischi e scalar classifiche
ma addirittura neanche per sbarcare il lunario.
Incredibile, aveva dominato per dieci anni di fila
riconosciuto e premiato da tutte le riviste
come miglior sassofonista americano
e adesso era senza uno straccio di ingaggio.
Aveva "il marchio", era inaffidabile, pericoloso
da starne alla larga.
Suonava sempre da qualche parte, per fortuna l'America è grande
ma a differenza di prima, ora c'erano solo locali semivuoti
con molti tavoli ma quattro gatti (quando andava bene) che neanche lo ascoltavano.
Riuscì a tornare anche in un posto dignitoso
(la settimana prima ci aveva suonato Miles Davis in sold-out)
ma doveva accontentarsi solo del week-end e a paga ridotta.
Grazie a Dio però questo periodo orribile finalmente svanisce magicamente
e lo fa con altra aria nuova e profumata, però stavolta non dall'Europa danese
ma dal Brasile. E' il periodo delle contaminazioni
e lui rimane affascinato dalla Bossa Nova un samba diverso
minimalista, soffuso, senza enfasi vocale e senza vibrato
senza fare tutto il casino che si fa nel samba, a ritmo lento/lentissimo
senza superare mai gli 80 bpm.
Anche il suo amico chitarrista Charlie Byrd
rimane impressionato dal nuovo stile
grazie anche ad una vera full-immersion durante una tournée a Rio.
Laggiù scopre con João Gilberto questo modo nuovo ed inusuale
sia di cantare che di suonare la chitarra, sa che anche Stan
ama quel genere e così al ritorno gli fa ascoltare
tutti i dischi di bossa portati in valigia.
Li suonarono per giorni e notti finché entrambi
non furono completamente stregati e ispirati.
Di li a poco, il 13 febbraio 1962 a Washington
registrano 'Jazz Samba' con i brani di Antonio Carlos Jobim.
Fu una vera magìa, soprattutto una di quelle tracce 'Desafinado'
divenne un singolo fortunatissimo che regalò a Getz
oltre al meritato consenso ritrovato, anche il "Grammy 1963".
Fu un tale successo commerciale
che l'album è considerato il disco di jazz
più venduto di ogni tempo.
Finalmente ora poteva sorridere (e pagare l'università dei figli...)
il sole del Brasile lo aveva baciato, per sempre.
Stan Getz ci ha lasciato per... "stanghezz" ... a Malibù, il 6 giugno 1991
Thanks & HappyBDay Stan!
PREMI:
Grammy Award 1962 migliore performance jazz solista ("Desafinado")
Grammy Award 1964 album dell'anno ("The Girl From Ipanema")
Grammy Award 1964 album dell'anno ("Getz / Gilberto")
Grammy Award 1964 migliore performance jazz ("Getz / Gilberto")
Grammy Award 1991 migliore Solo Performance, ("I Remember You")
DISCHI:
West Coast Jazz (1955)
Hamp and Getz (1955)
Diz and Getz (1955)
The Steamer (1956)
For Musicians Only (1956)
Stan Getz and The Oscar Peterson Trio (1957)
At The Opera House (1957)
Getz Meets Mulligan In Hi-Fi (1957)
Focus (1961)
Jazz Samba (1962) – Remasterizzato nel 1997
Stan Getz with Cal Tjader (1963)
Stan Getz and Luiz Bonfa Jazz Samba encore! (1963)
Getz/Gilberto (1964) – Vincitore di tre Grammy Awards
Getz/Gilberto #2 (1965)
Getz Au-Go-Go (1964)
Stan Getz & Bill Evans (1964)
Sweet Rain (1967)
Marrakesh Express (1969)
Captain Marvel (1972)
The Best of Two Worlds (1976)
The Peacocks (album) (1977)
Voyage (album) (1986) con Kenny Barron(p), George Mraz(cb), Victor Lewis(d), Babatunde(congas & brushes)
Apasionado (album) (1990) con Eddie del Barrio e Kenny Barron; prodotto da Herb Alpert
Serenity (1991)
Anniversary (1991)
People Time (1991) – con Kenny Barron
Cafè Montmartre (1991) con Kenny Barron
Bossas & Ballads - The Lost Sessions (2003) – Registrato nel 1989
Selections from Getz/Gilberto 76 (2015) - Registrato nel 1976
Nel 1972 ha registrato con Chick Corea, Tony Williams e Stanley Clarke
Ha avuto un cameo nel film The Exterminator (1980)
Stan ha suonato anche ad UMBRIA JAZZ nel 1987 e nel 1990
Come quella del Rock anche la storia della Soul Music non è stata solo arte musicale ma anche visiva, soprattutto ai tempi d'oro dei 70/80 dove la presentazione grafica di un album svolgeva un ruolo importante quasi quanto la musica.
Dal 1970 in poi è iniziata una vera e propria gara di creatività nella grafica delle copertine e alcune di esse rappresentano ormai delle vere icone storiche impresse per sempre nella nostra memoria.
Certo, vale soprattutto per noi che maneggiavamo ogni giorno i dischi per lavoro e che ad ogni uscita importante rasentavamo il feticismo più sfrenato nello scoprire, aprire, toccare, ammirare, annusare il disco nuovo e una volta sul piatto, leggere i testi, ammirare la grafica dei disegni o delle foto fino ai credits con la lista degli strumentisti (e spesso degli strumenti usati) delle date e luoghi di incisione. Ma il top erano i poster interni da appendere e "venerare" alle pareti (ricordiamoci che eravamo nell'era ANALOGICA...non si vedeva mai nulla in tv se non in bianco e nero!). Alcune settimane fa alcuni amici e colleghi dei media e dell'industria musicale americana, "feticisti" come noi, hanno pensato bene di stilare la "50 Greatest Soul Music Album Covers", la classifica delle 50 copertine più belle ed iconiche della Soul Music dagli anni 70 ad oggi, un'ottima occasione per il pubblico più ggiòvane soprattutto quello della 'musica liquida' ma altrettanto per gli analogici come me che possono riassaporare tanti bei ricordi vissuti (oddìo...) 30/40 anni fa...!
I 50 magnifici qui sotto sono gli album soul visivamente più rappresentativi e creativi dell'epoca, ripeto..visivamente più rappresentativi e creativi..che non significa belli a prescindere (anzi qualcuno è di pessimo gusto) ma comunque importanti e/o significativi di quegli anni e purtroppo non tutti disponibili in vinile.
All'interno delle immagini vi ho lasciato anche i link attivi per Amazon, così potrete ascoltare anche le clip (tranne Sylvia non disponibile). Come prevedibile al numero uno ci sono gli Earth Wind & Fire che in fatto di copertine (come nei suoni) sono da sempre dei figacci esagerati!