Visualizzazione post con etichetta Mario Lavezzi. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Mario Lavezzi. Mostra tutti i post

08 marzo 2023

il mio canto libero (e immortale)


Abbiamo appena ricordato da qualche giorno (come ogni anno)
i "2 Luci" e oggi mi piace rispolverare questo "vecchio" album immortale
immortale come ogni opera di chiunque metta cuore e anima 
in qualsiasi forma d'arte 
cosa sempre più rara soprattutto oggi....

Sembra che in quei giorni del '43
l'angelo della Musica era in tour...
il 4 marzo a Bologna e il 5 a Poggio Bustone.

Alcuni anni fa da questo blog mi dilettavo a recensioni
sui possibili "dischi di sempre" (importanti, storici, BELLI insomma)
e questo era OVVIAMENTE tra i BestAlbumsEver
ma è davvero impossibile sceglierne solo uno.

Anche per l'altro Lucio è così e alla fine 
scelgo/consiglio "Come è profondo il mare"
per il coraggioso cambio di rotta senza  Roversi
e il nuovo inizio tutto da inventare, una autentica rinascita artistica.
 
Di Battisti ho scelto "Il mio canto libero"
perché anche questo segnò una svolta e una maturazione.
A dispetto della consolidata scia di successi già sfornati come caramelle
qui Lucio ha voluto tracciare una linea netta
e mandare un segnale forte e chiaro:

1-non faccio canzonette
2-sono un musicista vero
3-"amore/cuore" chiedete ad altri

BOOOMM!

Era l'anno di "Ziggy Stardust" di Bowie
in pieno orgasmo pop-psichedelico
nuove alchimie (artistiche...) cominciavano a "contaminare"
ogni musicista degno di questo nome
soprattutto se attento e sensibile come Lucio.
La nuova era post-Beatles
galoppava già da tempo verso il "progressive"
e poi questo era già il suo settimo album.
Insomma gli ingredienti c'erano tutti
anche numerologici, per dare senso alla svolta.

Fu un lavoro di squadra (e che squadra)
sviluppando in studio sia le idee già tracciate
sia l'improvvisazione e l'invenzione geniale del momento
completamente aperti alla creatività e alla pura ispirazione,
Il risultato fu premiato da un consenso di vendite eccezionale 
con 450.000 copie già alla prima distribuzione
rimase in classifica per più di due mesi
riuscendo a scavalcare niente meno che
"The dark side of the moon" dei Pink Floyd.

Lucio è già un Artista, solido e affermato
e a parte qualche svolazzo tra PFM e Formula 3
la coppia inossidabile Mogol-Battisti era davvero micidiale.

Lucio abile ed eclettico musicista
che inventava strofe e giri armonici "dal nulla"
e Giulio, sarto perfetto che gli cuciva addosso
la magia creativa dei suoi pensieri.
Un poeta che poeta none era
e l "anomalo" raffinatissimo rocker/cantautore
che cantautore non era...
la strana e bellissima coppia
e intorno a loro
lo stuolo di musicisti ammirati e perfetti
che uno dopo l'altro uscivano da quella scatola magica
che era la "Numero Uno".

Si suonava e cantava in diretta e senza click..
col 50% della canzone già in testa
e l'altro cinquanta che nasceva dal vivo in studio.
Nella scuderia dei talenti c'erano anche
Alberto Radius, Tony Cicco, Gianni Dall'Aglio
Mario Lavezzi, solo per citare alcuni fra i più noti.
Alberto, anche lui "sparito" da pochi giorni
è stato (ed è) uno dei più grandi chitarristi rock italiani
per anni non ha avuto rivali e anche all'arrivo di altri nomi illustri
(Mussida) quel suono alla Jimi e quel "verso" 
poteva farlo solo lui, la sua firma inconfondile
sia nella Formula 3 sia con Lucio.

Anche Mario è un vero gigante di tecnica e sensibilità artistica
oltre che uno degli autori più pregiati e raffinati che abbiamo.
Un gigante di musicista autore e arrangiatore
che troppo spesso nasconde la sua classe dentro una "elegante normalità".
Lucio è riuscito a tirar fuori il suo talento e la sua fantasia
così con leggerezza, senza fatica, quasi giocando.
Mario...qui hai suonato quasi tutto, dalle chitarre ai ...timpani!
Ti saluto ancora (come sempre) con un'ammirazione sconfinata, lo sai
e al solo pensiero che "eri li" mi emoziona ancora adesso!


"Il mio canto libero" spiazzò tutti
coniugando la canzone di successo
con le sonorità pop delle band internazionali
un disco "nuovo" e speciale, anche nella copertina.
Il fotografo Cesare Montalbetti ricorda:

«Radunai una cinquantina di amici.
Feci sdraiare tutti a terra e chiesi loro di alzare le braccia.
La cosa più divertente avvenne per lo scatto della parte interna della copertina.
Faceva freddo, ma pregai tutti di rimanere scalzi
alcuni, i più bassi, si tolsero i pantaloni restando in mutande.
Peccato non aver fatto una foto a figura intera, sarebbe risultata esilarante.
Il vero progetto non fu mai concretizzato
perché l'idea si sarebbe dovuta completare
stampando le due immagini su carta trasparente
così che, estraendo il disco, le mani avrebbero toccato i piedi.»
(Cesare Montalbetti, 2007).

Il concetto di "canzone italiana" di quegli anni
non esisteva più e non solo di QUEGLI anni
anche oggi superati i 50 
ha un suono ancora fresco e vitale.
Ascoltando adesso "La luce dell'est"
"Io vorrei non vorrei ma se vuoi"
o "Il mio canto libero" "L'aquila"
"Vento nel vento" e "Confusione"
è piacevole e spiazzante avvertire
quest'aura di sconvolgente eternità
pur avendole cantate e suonate miliardi di volte.
Forse tra quelle musicalmente meno interessanti
(secondo me) citerei "Luci Ah"
e "Gente per bene e gente per male"
perché più che canzoni sono dei quadretti
dei racconti pseudo-sociali anche divertenti
ma senza un vero peso musicalmente rilevante.
Nel complesso però, è forse il disco più importante
della sua crescita artistica
quello che spalancò le acque fino ai nostri giorni.
Certo che pensare ai parrucconi di allora
agli pseudo discografici del tempo:

"ammazza aoh! ma qquesto 'ndo vole annà co'sta voce stranita"...

La risposta non tardò e presto molti si andarono a nascondere
rimangiandosi ogni pregiudizio ...salendo sul carro del vincitore
(l'avevo detto io che era un fenomeno....se vedeva....)

Siamo arrivati al 2023 e ancora lo "scoprono".
E' bello e commovente vedere che anche le nuove generazioni
nella loro nevrotica bulimia da playlist
sfoggiano qualche diamante prezioso dei suoi album
ma com'è possibile?
Perché la sua musica e la sua energia
hanno generato il dopo e il sempre
Ancora tu Lucio, sempre Tu




Il mio canto libero
Pubblicazione novembre 1972
Durata 37:54
Tracce 8
Etichetta Numero Uno
Produttore Lucio Battisti
Registrazione Fonorama, Milano, 1972

Tutti i brani sono di Mogol-Battisti


Lato A

La luce dell'est – 6:18
Luci-ah – 4:47
L'aquila – 4:24
Vento nel vento – 3:24

Lato B

Confusione – 4:30
Io vorrei... non vorrei... ma se vuoi – 4:35
Gente per bene e gente per male – 4:46
Il mio canto libero – 5:06

Singoli
Il mio canto libero/Confusione


Formazione

Lucio Battisti – voce, chitarra, pianoforte, mandolino, lap steel guitar, chitarra hawaiana, güiro
Gianni Dall'Aglio – batteria
Tony Cicco – batteria in Vento nel vento
Guido Guglielminetti – basso
Bruno Longhi – basso in Gente per bene e gente per male
Angel Salvador (bassista spagnolo del gruppo I Ribelli,
accreditato in copertina come Angelo) basso in La luce dell'est
Massimo Luca – chitarra
Mario Lavezzi – chitarra, timpani
Gian Piero Reverberi – tamburello, pianoforte, organo Hammond,
sintetizzatore in Gente per bene e gente per male
Alberto Radius – chitarra elettrica in Confusione
Reginaldo Ettore – campane sarde
Gabriele Lorenzi – organo Hammond, sintetizzatore in Vento nel vento
Vince Tempera (non accreditato) pianoforte in Luci - ah
Pier Luigi Mucciolo – tromba, trombone

Arrangiamenti: Lucio Battisti, Gian Piero Reverberi
Direzione d'orchestra: Gian Piero Reverberi