06 luglio 2025

6 luglio 1957 oggi sono nati i Beatles




Ripubblico questo post ogni anno
fa bene alla memoria dei vecchi come noi
e alla testa dei più giovani
("chiedi chi erano i Beatles")
ma poi tutti dobbiamo qualcosa a questa data
e a questo incontro.. "benedetto".

Siamo a Liverpool
più precisamente a Woolton
un sobborgo che si trova a sud della città.
E' un sabato 6 luglio del 1957
festoso e benedetto in ogni senso
visto che ci troviamo nella chiesa di St. Peter.
Come ogni anno c'è la festa della parrocchia
e oggi c'è un'esibizione di un gruppetto del posto
si chiamano Quarrymen
il loro leader è un sedicenne di nome John.

Si suona e si canta
e si guardano le ragazze
(solo guadare che Dio ti vede)
c'è anche Ivan, un amico di scuola di John delle elementari
ma ormai lui è solo un ex componente della band
è li che gira e va su e giu come un matto.
Non sta mai fermo balla canticchia esce torna indietro
e anche se non fa più parte della band
vuole esserne comunque parte attiva
ed ha in mente qualcosa.

A un certo punto torna verso il palco
va da John e gli si mette a bisbigliare all'orecchio
John si china e continuando a spennare la sua chitarra
ascolta Ivan che gli dice..
.."guarda là in mezzo c'è un certo Paul
è un mio compagno di scuola è forte
voglio fartelo conoscere" ..

John guarda in avanti e dice "ok mandalo qui".

Paul è un sorridente e vivace quindicenne
ma a quanto pare la sa già lunga
dicono che a scuola ogni tanto intoni ritornelli Rock'n'Roll
e provi riff di chitarra.
Ma eccolo che arriva, si presenta a John
e poco dopo decidono di improvvisare insieme
così giusto per sentire che combina.


Lui attacca suonando Long Tall Sally di Little Richard
e poi Twenty Flight Rock di Eddie Cochran.
John lo segue ammirato, anche perché
invece di inventare parole a caso
(come invece fa sempre lui)
si accorge che scandisce ogni strofa
esattamente come il disco
e gli accordi non sono inventati ma ..quelli veri!
John viene letteralmente fulminato
dalla naturalezza e abilità di Paul
e dalla sua infallibile memoria
canta come se avesse i testi davanti
e non sbaglia un colpo.

Ma è dopo aver intonato anche
Be-Bop-A-Lula di Gene Vincent
che Paul lascia tutti a bocca aperta
mostrando la procedura "professionale" di accordatura
qualcosa di mai visto e che avrebbero potuto avere solo a pagamento.

A questo punto John si gira verso Ivan
e con un cenno di ammirazione dice
"beh avevi ragione è davvero forte.
C'è solo un problema ..qui il leader sono io!
dammi un po' di tempo per pensarci".

Passano tre minuti, giusto il tempo di un'altra canzone
e mentre John guarda Paul intonare l'ultimo inciso decide.
Chiama al palco l'altro amico Pete e gli dice
"appena finiamo prendi Paul da una parte
e chiedigli se si mette con noi, magari funziona"

Beh si, ha funzionato!


21 dicembre 2024

Paul Pedana: Moosehorn Algoreaper






Devo complimentarmi con il mio grande Amico Paul, 
perché ha fatto un “discaccio della Madonna”
(come si dice in gergo) da vero Artista quale lui è. 
Si, finalmente ho trovato il tempo e mi sono “degnato” di ascoltarti…
ciao “Migno”...

E’ un album “lontanissimo” e totalmente fuori 
dalle rotaie main stream (giunte quasi al capolinea...ve lo giuro) 
è un lavoro curioso, complicato, sofferente, folle, lucido 
ma chiaramente esplicativo dei tempi che viviamo 
(viviamo? Ok diciamo viviamo).

Qualche anno fa anche Paul ha conosciuto a sue spese 
come “funziona” l’infernale marchingegno dei cosiddetti “artisti”, 
che ancora oggi vengono impastati e sfornati un tanto al chilo 
dalla cricca dei loro “pasticceri” di rifiuti sonori 
attraverso le cosiddette “radio” 
(non si sa più cosa siano diventate) 
nonché dai cosiddetti “talent”, 
che di talentuoso hanno soltanto i fegati di chi li ascolta...

La dolorosa presa d’atto scritta anche nel claim 
del mio piccolo “canile” Youtube
(“la VERA radio è morta da 30 anni”) 
è realmente dolorosa, visto che provengo da quel mondo.
E’ la diretta conseguenza del devastante e sistematico smantellamento 
che gli attuali bambocci al “potere” hanno messo su 
coi compiacenti “editori” e markettari d’ogni risma.
Oggi Battisti o Dalla sarebbero esclusi, ho detto tutto.  

Abbiamo speranze? C’è futuro? Secondo me si e mi ripeto, 
sono ormai giunti al capolinea e prima o poi ci sbatteranno contro!
Gli artisti indipendenti come Paul sono ormai tantissimi nel mondo 
e lui è uno dei più apprezzati (“Nemo propheta in patria sua”) … 
quindi coraggio, presto o tardi questo schifo finirà.

Intanto il nostro Artista, ha finalmente “rovesciato il tavolo” 
e già questo è un buon segnale.
Gli dicevano sempre "tu vuo' fà l'ammerigà"
e qui lo fa davvero!
Paul ci va pesante e si sente che si è divertito parecchio
ci sono i fantasmi, ci sono gli ultimi e i penultimi
c'è Tom Waits con tutti i parenti
c'è Dan Patlanski (c'è realmente)
ed è IMMENSO con tutta la sua argenteria a 6 corde

ci sono 18 tracce (dico DICIOTTO)
tutte inedite e nessuna cover
dove si respira rock, ballate zingaresche,
folk, blues, arie country e vallate del Montana 
tanto che in alcuni tratti i cavalli di John Dutton 
sembrano spuntare da un momento all'altro.

C'è un progetto anche di immagine
molto attento curato ed ambizioso 
e, cosa rara nei "nostri ambienti"
prodotto con la sua compagna Virga
bravissima a mettere tutto nella giusta luce e cogliere 
la carica tormentata ed emozionale dell'opera
ma senza enfasi, in modo diretto 
e lancinante come una spada 
come tutti i suoni dell'album
che sembra uscito dalla fonderia 
di un fabbro incisore di sogni e visioni.
  
Qui di ferro, legno e carta vetrata, ce n’è abbastanza per tutti! 
L’impatto per alcuni sarà scioccante ma giusto, puntuale e necessario.
Basta coi compiacenti ritornelli e riff di maniera, 
è tempo di rompere i sarcofagi e spianare!

Infine, ho scoperto con piacere che anche lui come il sottoscritto 
applica la famosa “legge di AIC” del grande Caria (Alza IL Culo)…
quindi, restiamo fiduciosi che gli Artisti veri ancora esistono, 
tutti gli altri laciamoli cuocere in tivvvù.

L’ Artista lo riconosci subito perché ti arrivano emozioni.
L’impostore lo riconosci subito perché ti arrivano “prodotti” (un po' come dal culo).



GiMi



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06 ottobre 2024

Cercapersone esplosi, ecco la vera storia


















"Alla fine è sempre colpa di una donna"
E' solo una pessima battuta, ma quì ci sta 
e poi capirete…

In genere mi avvalgo soprattutto di colleghi freelance
che di fonti ufficiali ma stavolta “la fonte”
è assolutamente mainstream…il Washington Post,
che ha condotto un'ottima inchiesta
(ogni tanto si ricordano anche di lavorare)
da cui emergono nuovi agghiaccianti particolari
che ci svelano una lunga sequenza di preliminari
studiati con attenzione e certosina pazienza.
D’altra parte non poteva che essere così
trattandosi del Mossad
uno dei servizi segreti più “efficienti”
(ovviamente in senso negativo)
se non il più efficiente al mondo!



Secondo l'inchiesta del WP è una storia lunga 9 anni!
La prima fase del piano è stata avviata nel 2015
con l’introduzione segreta in ​​Libano degli apparecchi.
Dunque per tutto questo tempo gli israeliani si sono “accontentati”
di studiare e origliare Hezbollah, riservandosi la possibilità di trasformare
dei walkie-talkie in future potenziali bombe.
Finché un giorno è arrivata una nuova “geniale” opportunità
con un piccolo e trascurato ma sfizioso prodottino:
il cercapersone appunto, apparentemente innocuo
vetusto e insospettabile ma trasformabile in potente e segreto esplosivo.



Ciò garantiva che quando il Mossad avesse attivato i dispositivi da remoto 
(il 17 settembre) la maggior parte degli utenti
avrebbe tenuto l'oggetto con entrambe le mani,
bisognava premere due pulsanti per leggere il messaggio
e nell’esplosione che ne sarebbe seguita gli utenti quasi sicuramente
si sarebbero feriti entrambe le mani
e non sarebbero stati più in grado di combattere.
Il Mossad, che aveva trascorso una vita cercando di penetrare in Hezbollah
attraverso monitoraggi elettronici e informatori umani,
apprese che una delle principali preoccupazioni del gruppo
era poter disporre di un metodo di comunicazione privo di sorveglianza
che Israele non potesse monitorare.
Così esplorando e studiando questo aspetto
vennero fuori questi cercapersone Apollo
che furono presentati al gruppo militante
come un dispositivo a zero rischi di sorveglianza.



Anche la scelta dell’azienda è stata cruciale,
poiché i leader di Hezbollah erano molto diffidenti
nei confronti di apparecchi provenienti da paesi legati a Israele.
I cercapersone Apollo, marchio taiwanese riconosciuto
e una linea di prodotti con distribuzione mondiale,
non avevano collegamenti apparenti con interessi ebraici.

Nel 2023, la proposta di vendita 
fu messa in campo da un funzionario
del marketing di fiducia di Hezbollah 
che aveva legami con la Apollo,
si trattava di una donna, la cui identità e nazionalità
i funzionari si rifiutano di rivelare.
Era ex rappresentante di vendita dell'azienda taiwanese
per il Medio Oriente e licenziataria dei cercapersone Apollo
attraverso una sua azienda.

Tuttavia, non possiamo buttarle la croce addosso
quasi sicuramente per lei era soltanto business
e non aveva idea della diabolica operazione dietro le quinte
né del fatto che i “pagers” sarebbero stati fisicamente assemblati 
in Israele dal Mossad.
Sta di fatto che grazie a questo piccolo e apparentemente
innocuo oggettino, si sono segnati per sempre la vita 
e il corso storico di questa interminabile crisi tra Israele ed Hezbollah
il suo più forte avversario “regionale”.
E' altrettanto incredibile il lasso di tempo che il Mossad e Netanyahu 
hanno sfruttato per portare a termine il loro malefico piano 
finché poi è bastato un “beep” per attivare una delle più devastanti
e catastrofiche escalation di tutto il Medio Oriente
che ci sta trascinando (tutti) in un incubo senza fine né confine
...Iran incluso.

Thanks to WashingtonPost