06 ottobre 2024

Cercapersone esplosi, ecco la vera storia


















"Alla fine è sempre colpa di una donna"
E' solo una pessima battuta, ma quì ci sta 
e poi capirete…

In genere mi avvalgo soprattutto di colleghi freelance
che di fonti ufficiali ma stavolta “la fonte”
è assolutamente mainstream…il Washington Post,
che ha condotto un'ottima inchiesta
(ogni tanto si ricordano anche di lavorare)
da cui emergono nuovi agghiaccianti particolari
che ci svelano una lunga sequenza di preliminari
studiati con attenzione e certosina pazienza.
D’altra parte non poteva che essere così
trattandosi del Mossad
uno dei servizi segreti più “efficienti”
(ovviamente in senso negativo)
se non il più efficiente al mondo!



Secondo l'inchiesta del WP è una storia lunga 9 anni!
La prima fase del piano è stata avviata nel 2015
con l’introduzione segreta in ​​Libano degli apparecchi.
Dunque per tutto questo tempo gli israeliani si sono “accontentati”
di studiare e origliare Hezbollah, riservandosi la possibilità di trasformare
dei walkie-talkie in future potenziali bombe.
Finché un giorno è arrivata una nuova “geniale” opportunità
con un piccolo e trascurato ma sfizioso prodottino:
il cercapersone appunto, apparentemente innocuo
vetusto e insospettabile ma trasformabile in potente e segreto esplosivo.



Ciò garantiva che quando il Mossad avesse attivato i dispositivi da remoto 
(il 17 settembre) la maggior parte degli utenti
avrebbe tenuto l'oggetto con entrambe le mani,
bisognava premere due pulsanti per leggere il messaggio
e nell’esplosione che ne sarebbe seguita gli utenti quasi sicuramente
si sarebbero feriti entrambe le mani
e non sarebbero stati più in grado di combattere.
Il Mossad, che aveva trascorso una vita cercando di penetrare in Hezbollah
attraverso monitoraggi elettronici e informatori umani,
apprese che una delle principali preoccupazioni del gruppo
era poter disporre di un metodo di comunicazione privo di sorveglianza
che Israele non potesse monitorare.
Così esplorando e studiando questo aspetto
vennero fuori questi cercapersone Apollo
che furono presentati al gruppo militante
come un dispositivo a zero rischi di sorveglianza.



Anche la scelta dell’azienda è stata cruciale,
poiché i leader di Hezbollah erano molto diffidenti
nei confronti di apparecchi provenienti da paesi legati a Israele.
I cercapersone Apollo, marchio taiwanese riconosciuto
e una linea di prodotti con distribuzione mondiale,
non avevano collegamenti apparenti con interessi ebraici.

Nel 2023, la proposta di vendita 
fu messa in campo da un funzionario
del marketing di fiducia di Hezbollah 
che aveva legami con la Apollo,
si trattava di una donna, la cui identità e nazionalità
i funzionari si rifiutano di rivelare.
Era ex rappresentante di vendita dell'azienda taiwanese
per il Medio Oriente e licenziataria dei cercapersone Apollo
attraverso una sua azienda.

Tuttavia, non possiamo buttarle la croce addosso
quasi sicuramente per lei era soltanto business
e non aveva idea della diabolica operazione dietro le quinte
né del fatto che i “pagers” sarebbero stati fisicamente assemblati 
in Israele dal Mossad.
Sta di fatto che grazie a questo piccolo e apparentemente
innocuo oggettino, si sono segnati per sempre la vita 
e il corso storico di questa interminabile crisi tra Israele ed Hezbollah
il suo più forte avversario “regionale”.
E' altrettanto incredibile il lasso di tempo che il Mossad e Netanyahu 
hanno sfruttato per portare a termine il loro malefico piano 
finché poi è bastato un “beep” per attivare una delle più devastanti
e catastrofiche escalation di tutto il Medio Oriente
che ci sta trascinando (tutti) in un incubo senza fine né confine
...Iran incluso.

Thanks to WashingtonPost